Solitamente i videogiochi sono considerati dannosi per la crescita dei ragazzi, specialmente dagli adulti. In realtà però i genitori stanno cominciano a capire quanto possono essere utili ed stimolanti, se non si esagera. Lo confermano psicologi e psicoterapeuti.
Presso la ‘Casa della Psicologia’ di Milano si è tenuto infatti un incontro dal quale è emersa proprio questa conclusione riguardo ai videogames. Luca Mazzucchelli, videpresidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, spiega che “i videogiochi sono qui per rimanere e dunque vanno compresi. A fronte di questo è necessario lavorare al meglio per rileggere questo fenomeno anche sotto il profilo psicologico“.
Non demonizziamo il videogame
Come dice Mazzucchelli non possiamo porci di fronte alle novità e al progresso con un atteggiamento chiuso e totalmente negativo. C’è un motivo se i videogiochi piacciono tanto ai ragazzi e non possiamo sperare di vietarli per sempre. Capiamo dunque come vanno usati e quali potenzialità hanno.
In questo senso sono stati fatti importanti passi avanti. Recenti sondaggi dicono che metà dei genitori è disposta a giocare ai videogames con i figli e il 60% di loro li ritiente un passatempo potenzialmente utile e costruttivo. Si apprezza dunque il lato positivo del videogame.
Gli esperti Matteo Lancini, Stefano Paolillo e Giuseppe Riva hanno evidenziato la capacità del videogioco di stimolare il giocatore a trovare soluzioni ingegnose o a provare diverse vie per arrivare a un risultato corretto. Questo atteggiamento può essere replicato in seguito con profitto nel mondo del lavoro e in famiglia.
Bisogna evitare però l’abuso
L’avvertenza degli psicologi è relativa ovviamente all’abuso, che può avere effetti anche devastanti. Passare troppe ore davanti allo schermo di un videogioco non fa bene, questo è ovvio. Bisogna insegnare ai più giovani l’equilibrio e la moderazione, fin da piccoli. Solo così si può apprezzare veramente l’intrattenimento di un videogame.
Da sempre il gioco in generale è presente nella fase di crescita di ogni singola persona. In età infantile tramite mattoncini o bambole si imparano le regole della comunicazione, più avanti l’uso ponderato dei videogiochi ha lo stesso effetto ma più approfondito e personale, calando il videogiocatore nei panni del protagonista attivo. Il videogioco secondo gli psicologi ha una grande potenzialità, che va ottimizzata.
L’approccio al videogioco va compreso e seguito da parte di un genitore, che non può utilizzarlo come baby-sitter, ma lo deve proporre ai figli come strumento ricreativo e di condivisione. Lo stesso discorso si può fare del resto per la TV. È importante poi, ricordiamolo, che vengano rispettate le indicazioni sull’età e sui contenuti fornite dal PEGI, un organo di valenza europea che da oltre 10 anni cataloga e classifica per fasce di età tutti i videogiochi.
I dati sui videogiochi nel 2015
Nel periodo 2014/2015 il mercato videoludico ha mosso 893,3 milioni di euro in Italia coinvolgendo 29,3 milioni di giocatori. La divisione fra maschi e femmine è praticamente uguale, con una leggera prevalenza (51%) dei maschietti. Variegata è la fascia di età. I videogiochi più venduti sono quelli sportivi e in particolare quelli calcistici. Nel Paese della Serie A non poteva essere altrimenti!
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