Forse ci siamo. O comunque siamo sulla strada buona. In settimana si è tenuto a Parigi un summit a sette nazioni per regolamentare i mercati interni del gioco e per parlare appunto di liquidità condivisa a livello internazionale. Il famoso .eu, che permettere ai giocatori italiani di affrontare players di altri paesi (e viceversa), prende sempre più forma. Certo è un processo lungo, ma già il fatto che almeno sette nazioni si siano sedute intorno ad una tavolo per parlare di questo argomento, è un passo importante.
I presenti
A Parigi, oltre ai francesi a fare gli onori di casa, c’erano Germania, Regno Unito, Portogallo, Spagna, Austria e l’Italia. Sorprende la presenza dei britannici, che dopo il voto del Brexit sembravano decisi ad un percorso solitario (il processo di apertura alla condivisione con lo stato USA del New Jersey è un dato importante, ndr). Non solo, ma in materia di gioco online Inghilterra e Francia sono molto distanti e dunque è una piacevole sorpresa, vedere entrambi i rappresentati al tavolo.
Il .eu argomento principale
Nel summit si è parlato di riciclaggio di denaro (con connessione al finanziamento al terrorismo) e sulla gestione delle scommesse sportive, oltre alla certificazione dei network e piattaforme. L’argomento centrale come detto è stata la liquidità internazionale condivisa. Se in Francia il Senato ha già dato il nulla osta, negli altri paesi la situazione è sicuramente più incerta. Il Portogallo per esempio, dopo il voto favorevole del governo, sta temporeggiando all’apertura del gioco anche ad altri paesi.
La situazione
Se la Francia spinge per l’apertura del .eu, lo stesso si può dire di Italia e Spagna, indicati da molti come possibili alleati dei francesi in questo processo di unificazione del gioco online europeo. La Germania, che al momento ha legalizzato solo le scommesse sportive online, si appresta ad aprire anche agli altri giochi e dunque guarda con interesse. Infine l’Austria sta avviando una sorta di condivisione bilaterale del gioco on la Finlandia.
Molti indizi
Le società di gaming ovviamente sono spettatori molto interessanti e attendono nuove news per muoversi a sua volta. Ricordiamo che in Italia, la società francese Winamax ha acquistato lo scorso giugno una delle 20 licenze emesse dallo stato italiano. Un investimento di 200.000 euro, che non crediamo sia stato fatto a fondo perduto.
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