Un colpo di magia, che come di incanto ispira fiducia a mezza Europa. Il Portogallo contro ogni segnale che sembrava arrivare da Lisbona apre alla liquidità condivisa e dunque al .eu per il gioco online. Quando ormai tutto faceva pendere per una fotocopia del modello Italiano, il governo lusitano ha fatto dietrofront e promette una legge per aprire le frontiere del gioco.
Modello Italiano? No grazie
Lo scorso Gennaio in Portogallo ci fu una mezza sommossa dei players online, in particolare dei giocatori di poker, verso la possibile chiusura delle frontiere per il gioco online. Il modello da prendere ad esempio quello Italiano. Ma se in Italia questo modello ha retto per qualche prima di implodere, figuriamoci in un stato piccolo come quello Lusitano che conta non più di 12 milioni di abitanti.
Chi avrà diritto ?
Potranno quindi agire in Portogallo, tutte quelle società di gaming che hanno una licenza regolare di liquidità condivisa e che la stessa non sia vietata nel loro paese. Dunque si a tutte le società della Gran Bretagna, del Belgio, di Malta e ovviamente tutte quelle che a livello europeo, già agiscono con il .eu. Insomma anche Pokerstars.eu per capirsi.
No al “Business to Business”.
Saranno escluse invece quelle società che puntano al cosidetto “Business to Business” ovvero, iPoker, MPM e forse anche 888.poker che ha sotto di se parecchie skin fra cui WSOP.com..
Una mossa che ridà speranza a tutti
La decisione del governo di Lisbona è stata accolta con grande entusiasmo dai players di tutta Europa. Nell’era della Comunità Europea è quasi un controsenso mettere barriere e frontiere. L’Italia ovviamente guarda con interesse e gioco forza, dovrà entrare a sua volta in questa fase, se si vuol risollevare tutt il settore. Non solo ma in tempi non sospetti il nostro paese era in prima fila assieme a Portogallo, Spagna e Francia, proprio per la creazione di un mercato condiviso del gioco online. Dopo le parole servono i fatti.
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