La pubblicità sul gioco online e non solo, è al centro di un aspro dibattitto in Italia. E anche ieri sono state ore pensantissime alla camera, quando è avvenuta la votazione sul divieto della pubblicità sul gioco. Alla fine ha prevalso no al divieto e dunque le aziende di gaming potranno continuare a fare pubblicità ai loro prodotti. Un voto che non è andato giù agi esponenti del movimento 5 stelle, con tanto di rissa sfiorata.
La polemica
Ricordiamo che già dallo scorso anno in Italia, le pubblicità sul gioco in in televisione sono state limitate ad orari prestabiliti. Vietare qualsiasi tipo di pubblicità sarebbe stato probabilmente il colpo di grazia a tutto il settore. Prevedibili le fughe degli investitori e anche l’esplosione del gioco illegale. Diciamo che il voto ha salvato questi aspetti e per il momento tutto l’indotto può tirare un sospiro di sollievo.
L’esito ha fatto esplodere la rabbia dei grillini che da tempo stanno facendo la guerra al gioco e soprattutto alle slot machines. Preso di mira in parlamento Pierpaolo Baretta, ovvero il sottosegretario del Ministero dell’Economia, con delega ai giochi. Sono stati momenti di grande tensione, sia da una parte che dall’altra. Crediamo che in un momento così delicato per il nostro paese, siano ben altri i problemi da risolvere, invece che azzuffarsi per il gioco.
Fanelli ringrazia
Chi ha apprezzato il no al divieto, è stato sicuramente Roberto Fanelli, direttore dei giochi di Adm. A suo avviso se fosse passata la legge, sarebbe esploso in maniera irreversibile il gioco illegale.
“Nel settore del gioco la presenza di reti illegali è diffusa perché le reti illegali nascono prima di quelle legali. Ma l’esistenza della rete legale dà garanzia di un gioco regolare, rappresenta una tutela per consumatori e categorie più deboli. Per poter diventare un operatore legale bisogna avere dei requisiti d’ingresso e bisogna dimostrare di mantenerli. Un insieme di norme amministrative, comportamentali e legislative che garantiscono la legalità del gioco e consentono di poter mettere un punto di qualità su un’attività che comunque ha un suo rischio innato“.
“Purtroppo, per una serie di motivi, le reti illegali hanno comunque oggi una loro consistenza e rilevanza. La rete legale va difesa non per ragioni di gettito: il motivo principale è quello di offrire al pubblico una garanzia di regolarità, correttezza e trasparenza di un’attività di gioco. Del resto, l’attività repressiva sul gioco illegale non è sufficiente a debellare il gioco illegale”
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